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Urania - Racconti d'appendice
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PRINCIPIO DI APRILE O FINE DI MARZO - Thomas Disch
Titolo originale: The beginning of april or the end of march

Una normale tazza da caffè. Il manico, per una pretesa di eleganza, era esageratamente piccolo. Un lieve e impalpabile velo di zucchero in polvere caduto dai biscottini Hostess sulla punta delle dita. Sulla superficie scura del caffè poteva vedere il riflesso della lampada fluorescente che aveva sopra la testa, un cerchio luminoso tremolante spezzato in un punto soltanto. Quando si sarebbe alzato dal tavolo avrebbe baciato la moglie. Si chiamava Alice. O Bernice. Gli sedeva di fronte, e teneva una tazza di caffè marrone in mano. Il suo caffè, per contrasto, era nero. Marca Yuban Disco Verde.
Si chiamava Bernice. Non Alice.
Si alzò da tavola e baciò la moglie.
- Ti auguro una buona giornata - disse Bernice. Indossava un abito da casa di cotone blu stampato a fiori gialli e rosa, mentre le tende della cucina rappresentavano diversi tipi di frutta e vegetali: mele, banane, ananas, pomodori, sedano, zucche.
L'armadio conteneva un soprabito nero e un cappello grigio. Li mise e si guardò allo specchio. Lui si chiamava Brice. Non c'era niente d'insolito o di rimarchevole nella sua faccia.
L'orologio da polso e il pendolo erano concordi nel segnare le otto e dieci. Il pendolo era una piccola casetta che ospitava dodici piccoli omini, uno per ora. Veniva dalla Foresta Nera della Germania. Alle nove lui si sarebbe trovato seduto alla scrivania del suo ufficio, pronto a cominciare la giornata di lavoro.
Mentre camminava verso la macchina si domandò se un orologio da polso fosse un regalo adatto per il compleanno della moglie. Voleva regalarle qualcosa che fosse una sorpresa, qualcosa di particolare. La sua macchina era una Dodge Coronet 500 del 1971, o una Oldsmobile Toronado, con i sedili ricoperti. Come d'abitudine si legò le cinture di sicurezza sulla spalla e sotto il braccio prima ancora di accendere il motore. Guidò fino in fondo alla Muskegan Avenue, cercando accuratamente di evitare il nuovo pothole, e girò a sinistra nella Purdue Street, che dopo qualche isolato immetteva direttamente nel Maine Boulevard. Per qualche strana ragione l'insegna luminosa sopra l'ingresso del bowling all'angolo di Maine Boulevard con Purdue Street era ancora accesa. Lui ci andava spesso, con gli amici, il giovedì sera. Quel giorno era giovedì. Forse ci sarebbe andato a giocare anche quella sera. Era probabile.
Il suo cognome era Brian, non Brice. Lawrence Brice. La gente di solito lo chiamava Larry. Anche i suoi amici. E il nome di sua moglie era Bernice Brian. Avevano tre o quattro bambini, e vivevano in una casa sulla Muskegan Avenue.
Lungo il Maine Boulevard la brina si trasformò in pioggerella, e lui mise in moto i tergicristalli. Per quanto fossero soltanto gli inizi di aprile, e si vedessero ancora chiazze di neve sporca ai margini della strada, quella mattina faceva troppo caldo per accendere il riscaldamento interno.
Accese la radio e ascoltò alcune canzoni.
Alle nove era seduto nel suo ufficio, dietro la scrivania, pronto a cominciare il lavoro della giornata. Miss Andrews, della segreteria, sporse la testa da dietro il divisorio di metallo grigio e vetri smerigliati.
- Siete occupato? - domandò.
Quel giorno miss Andrews indossava un abito corto a righe viola e turchese. Gli mise sul piano di vetro della scrivania un grosso bicchiere di cartone verde. Il suo caffè.
Tutte le mattine, a quella stessa ora, la signorina Andrews gli portava il bicchiere di caffè, e lo deponeva, sempre, sulla scrivania.
- Niente posta? - domandò.
- Non ancora. - Sorrise, quasi nella speranza che più tardi ce ne sarebbe stata. Lui trovava la signorina Andrews attraente, nonostante il naso.
- Forse oggi non ne riceveremo - disse.
La ragazza corrugò la fronte.
- A volte la posta non arriva fino alle undici. Lo sapete.
Si frugò in tasca alla ricerca di un quarto di dollaro per pagare il caffè. La moneta rappresentava George Washington di profilo. In equilibrio sopra la parrucca c'era incisa la parola "Liberty". Mise il quarto di dollaro in un angolo della scrivania, accanto al prisma di legno su cui era fissata, con due viti, la piastrina di plastica con il suo nome. "Mr. Ryan", il suo nome.
La signorina Andrews si fermò davanti alla finestra e appoggiò una mano sul condizionatore d'aria.
- Non trovate che ci sia una strana luce, oggi?
Il signor Ryan guardò fuori dalla finestra le numerose finestre dell'edificio di fronte. Per quanto la qualità della luce non gli sembrasse minimamente strana o particolare, disse:
- È il periodo dell'anno. La primavera.
- Oh, è vero!
La signorina Andrews aveva la caratteristica di creare costruzioni romantiche sopra qualsiasi banale osservazione che lui faceva. Comunque, a parte questa sua stravaganza, era una stenografa al di sopra del normale. Per contro aveva una ortografia che lasciava a desiderare.
Il caffè. Bevve il caffè.
Gli appuntamenti. 31 marzo, ore 10, Riunione Prom. Mark., regionale. Ore 13, Ristorante "La Brace", Andy Barnes.
Il pomeriggio era libero, e se non perdeva troppo tempo a pranzo, avrebbe avuto tempo di finire per le cinque il Rapporto del settore Promozione e Marketing. E forse anche prima.
Barnes, dell'Ufficio Organizzazione, telefonò per discutere sulla imminente Riunione del settore Promozione e Marketing. Barnes era un'ottima persona, ma il signor Ryan non aveva pazienza con quelli dell'Ufficio Organizzazione.
- Sì - disse. - Mm, sì, lo ricorderò. - Mentre spostava il ricevitore da un orecchio all'altro gli occhi gli caddero sulla fotografia in cornice dietro il tampone di carta assorbente. La donna della fotografia somigliava a sua moglie. Bionda. Abito turchese. Faccia normale.
Si chiamava Bernice. O Alexandra. Il nome era Alexandra. Loro due, Ryan e quella donna, abitavano nella stessa casa in Muskegan Avenue. Avevano due bambini, due o tre, e questi bambini, per contrasto con i due adulti, fino a quel momento erano ancora piccoli. In qualche angolo della scrivania doveva esserci anche una loro foto.
- Come sta Bernice? - domandò Barnes.
- Oh, bene. Sì, molto bene.
- E voi?
- Come al solito. - Spostò lo sguardo dalla fotografia alla finestra, e dalla finestra al divisorio a vetri smerigliati. Guardò l'orologio al polso. Era quasi l'ora della Riunione del settore Promozione e Marketing. Si domandò se gli conveniva andare in fondo al corridoio e prendere l'ascensore, o se usare la scala.
Poco dopo, nell'ascensore, l'altoparlante trasmetteva una canzone che gli era familiare. Cercò di ricordarne le parole.
Alexandra gli versò una seconda tazza di caffè dalla macchinetta elettrica. Ryan lo beveva puro. Sua moglie lo preferiva con panna e zucchero. Se non c'era panna metteva il latte. I figli erano in soggiorno intenti a guardare una commedia alla televisione. Ryan sollevò la tazza di caffè stringendo il piccolo manico tra il pollice e l'indice.
Le pareti erano dipinte in marrone, le tende erano di una specie di plaid. Se Ryan si fosse alzato e avesse sollevato le braccia, sarebbe riuscito a toccare il soffitto con la punta delle dita.
- Hai avuto una buona giornata? - gli domandò la moglie.
- Movimentata.
- Per la Riunione del settore Promozione e Marketing? - domandò lei. Si interessava sinceramente al lavoro del marito.
- Sì, non finiva mai. Il nuovo direttore degli Affari Speciali, quell'Anderson, è uno che parla per sentire la sua voce. Sono arrivato tardi a pranzo.
- Anderson, Anderson. Lo conosco? Come si chiama di nome?
- Bruce, se ben ricordo.
- Oh, certo! È venuto al ricevimento di Natale con quella donna in abito turchese. Era sua moglie?
- Sì, penso di sì.
- Vuoi un altro caffè?
- No, grazie.
- E nel pomeriggio?
- È venuto Barnes, e non se ne andava più. Un bottone gigante. A proposito, mi ha domandato di te. Non ho avuto un attimo libero per cominciare il Rapporto sulla riunione.
- Oh, non andrai in ufficio anche domani, vero? Non dovresti lavorare tutti i sabato. Non puoi rimandare tutto quanto a lunedì?
- Penso che sbrigherò il lavoro questa sera, dopo che i bambini saranno andati a letto. - Mise la tazza vuota sul piattino, e Alessandra gli versò altro caffè.
Erano le otto e una dama d'onore, o una principessa uscì sul davanzale dell'orologio tedesco. Era bionda. E indossava un lungo abito turchese. Nella mano sinistra stringeva un oggetto che Ryan non riusciva a capire che cosa fosse.
Era l'ora del notiziario, e i bambini uscirono dal soggiorno proprio nel momento in cui Ryan e sua moglie stavano per entrare. Tre bambini. Tre bambini che irruppero nella stanza schiamazzando.
La televisione fece vedere a Ryan la nuova Dodge Coronet 500 del 1971. Una bellissima donna guidava la Dodge Coronet 500 in una foresta di pini, mentre un coro di voci femminili cantava una canzone. Poi il Presidente trasmise un importante messaggio. Poi crollò un ponte in West Virginia. Poi il Premier Papadopulos assicurò Ryan che il governo della Grecia era pronto a respingere qualsiasi minaccia. Poi bruciò un piccolo edificio nelle vicinanze di Bong Son. Poi l'annunciatore parlò di Wall Street, dove le trattative erano insolitamente in rialzo. Poi ci fu un breve cartone animato per la pubblicità del Caffè Yuban. Poi una giovane donna fece vedere a Ryan e Alexandra la cera migliore per il pavimento della loro cucina. Poi, nelle notizie di cronaca varia, il settantaduenne Andrew Burns, di Fort Laurendale, in Florida, vinse una gara nazionale di bocce per dilettanti. Poi dodici clown raccolsero fondi in un auditorio di New York a favore dei bambini ritardati di mente. Poi diverse giovani donne indossarono costumi da bagno decorati con grandi dischi di plastica. Poi il Boston sfidò il Filadelfia e il Purdue assassinò l'Indiana State.
Erano le otto e dieci.
Presto sarebbe stato il giorno seguente. Era intrappolato in quella sequenza, e non poteva svegliarsi.

FINE