Red Alert Project
Utopia & Dystopia
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NAZIONALSOCIALISMO ESOTERICO - Marco Dolcetta
0 - Premessa / I - Lutero, la rosacroce e lo spirito tedesco / II - L'esoterismo europeo nel passaggio dal secolo XIX al secolo XX / III - Da rudolf steiner ad aleister crowley / IV - La costruzione del pensiero antisemita / V - L'esoterismo tedesco prima del reich / VI - La cristianizzazione dello spirito tedesco / VII - L'interpretazione nazionalsocialista di nietzsche / VIII - Verso un nuovo paganesimo / IX - Le società segrete preparano l'avvento al nazionalsocialismo / X - Karl haushofer e la geopolitica / XI - Rudolf von sebottendorf e il muftì husseini / XII - L'ostilità del duce verso julius evola / XIII - Le SS e shamballa / XIV - L'induismo filonazista / XV - Le origini della razza e l'ideologia segreta / XVI - 1935 le origini delle SS ahnenerbe / XVII - La vita a wewelsburg / XVIII - La struttura iniziatica delle ahnenerbe / XIX - Le altre anime delle ahnenerbe / XX - Tibet, india e radici esoteriche del nazionalsocialismo / XXI - Friedrich hielscher / XXII - La produzione editorialie dell'ordine / XXIII - Le iniziazioni, cerimonie di adesione e partecipazione ai riti del nazionalsocialismo / XXIV - Hitler come guida religiosa / XXV - E hitler disse «si continua a combattere per l'uomo che verrà» / XXVI - Le ahnenerbe dopo il nazionalsocialismo / XXVII - Dai «documents massoniques» / XXVIII - Intervista a miguel serrano / XXIX - Esicasmo / XXX - La formazione politico-militare della nuova europa del capitano SS leale martelli / XXXI - Documentazione tratta dalla missione in cina, gobi, tibet ed india / XXXII - Dal rapporto riservato di ernst schäfer a weistnor, a seguito della sua missione in tibet
«Gli unici che resteranno per sempre, gli immortali nel mondo fisico, e che sono destinati ciclicamente a riapparire, saranno coloro che durante la loro esistenza hanno amato, rispettato e onorato la Madre Terribile, quelli che hanno con Lei scambiato affetto e trasformato in altro la pietà della Sua natura divina sotto le apparenze umane. Lo scambio avviene nello sguardo che, pieno di energie di desiderio, dà reciproca forza e illuminazione. Così nella luce ci si unisce, immortali». [Traduzione di un testo induista apparso nel 1938 in un manuale ad uso interno della SS Anhenerbe]
Premessa
Il paganesimo classico conosceva la distinzione fra la religiosità popolare, basata sulle consuetudini locali e accessibile a tutta la popolazione, e il culto misterico, accessibile ai soli iniziati e in grado di rivelare loro le verità metafisiche sulla natura ultima dell'essere.
La natura di una dottrina elitaria, non raggiungibile mediante lo studio dei libri, ma attingibile soltanto tramite una iniziazione conferita da maestro a discepolo, fa parte del patrimonio tradizionale della religiosità germanico ed è riscontrabile presso altre civiltà appartenenti al medesimo ceppo, come ad esempio quella indiana e quella iranica. La decadenza delle varie forme di civiltà comporta sempre, come osservato da Oswald Spengler ne Il tramonto dell'Occidente, una diffusione su vasta scala di ciò che era originariamente prerogativa esclusiva delle élite. Il caso più tipico, per fare un esempio, è quello dell'imbalsamazione praticata nella civiltà egizia: da prerogativa riservata al solo Faraone, questo rito venne poi esteso agli altri membri della famiglia reale, ai notabili, agli alti funzionari, e infine a tutti coloro che erano in grado di pagarne i costi. Lo stesso si può dire della ritualità misterica, divenuta in periodo ellenistico accessibile a vasti strati della popolazione, non soltanto greca, ma anche romana e barbara.
Intorno al secolo I d. C., con la predicazione di Paolo di Tarso in Asia Minore e in Europa, l'equilibrio religioso del mondo ellenistico venne sconvolto. Il Cristianesimo, nato come una delle tante correnti dell'Ebraismo rabbinico, veniva ora presentato come religione universale, in grado di guidare alla salvezza ogni uomo, a prescindere dalla sua origine, dal suo ceto sociale e dalla sua appartenenza etnica. Diffondendosi in un ambiente di lingua e cultura greca, il messaggio cristiano venne letto da alcuni in un contesto ispirato alla soteriologia ellenica. Da qui lo Gnosticismo.
Le varie sette gnostiche, come i Marcioniti, i Valentiniani e i Carpocratici, pur professando dottrine molto diverse le une dalle altre e a noi note soltanto indirettamente, erano accomunate dalla tendenza a leggere il ruolo di Gesù come analogo a quello degli «eoni salvifici» della tradizione ario-indoeuropea, assimilandolo di fatto al Kalkin Avatara induista, al Maitreya buddhista, al Saoyant zoroastriano, a Dioniso Zagreo, ad Apollonio di Tiana, ecc.
Lo Gnosticismo
Con il termine Gnosticismo si designa complessivamente un gruppo di dottrine e di sette, fiorite tra i secoli II e III d. C. nell'ambiente religioso-culturale di Alessandria d'Egitto, derivate dalla fusione dei sincretismo orientale e delle dottrine ellenistiche con il Cristianesimo. Sebbene diverse nella forma (gnosi volgare e gnosi dotta), tutte le dottrine gnostiche avevano come fondamento comune il principio della gnosi, cioè la conoscenza assoluta concessa dal rivelatore celeste a piccoli gruppi di eletti e di iniziati, considerata unico fondamento di garanzia e di salvezza per l'uomo caduto prigioniero nel mondo della materia. Gli gnostici erano concordi nel professare l'affermazione di un sistema di entità emanate e mediatrici (eoni), la condanna della materia e la dottrina di un salvatore celeste fonte di gnosi, unanimemente riconosciuto nel Cristo, la cui incarnazione era ritenuta apparente (alieno dalle contingenze terrene, il rivelatore non si incarna, docetismo). Poiché la luce salvifica non era destinata a tutti gli uomini ma solo agli eletti predisposti a ricevere la gnosi, capitava spesso che in alcuni ambienti gnostici si assumessero atteggiamenti di libera condotta tali da attirare da parte cristiana accuse di vero e proprio libertinismo. Già ritenuto un insieme di eresie nell'ambiente del Cristianesimo, lo Gnosticismo è stato poi riportato a origini caldaiche, ma sembra assai più probabile che esso sia sorto indipendentemente dal Cristianesimo in Siria, Mesopotamia ed Egitto riprendendo e sviluppando dottrine segrete del giudaismo tardivo.
Secondo gli gnostici l'anima umana, per natura luminosa e spirituale, si trova inviluppata nei meandri della materia ed essendo congiunta al corpo, tende ad identificarsi con esso, dimentica delle proprie origini e del proprio rango. Il Salvatore, in quanto apportatore della conoscenza liberante (sophia o gnosis), è in grado di aiutare l'anima dell'iniziato nel suo processo di catarsi, di scioglierla dai vincoli della materia e di ricondurla alla sua libertà primigenia. Marcione, in particolare, contrappone Gesù, manifestazione del Dio della luce, al Demiurgo, entità malefica identificata con lo Jahvè dell'Antico Testamento, creatore del mondo e quindi responsabile dell'aver contaminato l'universo spirituale, il pleroma, con l'elemento materiale e corporeo. L'ortodossia cattolica reagì in modo quantomai risoluto contro questa interpretazione della missione del Cristo, e vide in essa nient altro che una rinascita della misteriosofia pagana.
I Padri della Chiesa, fra i quali Ireneo di Lione e Clemente Alessandrino, dedicarono alla confutazione dello Gnosticismo gran parte delle loro opere, ed è grazie ad esse che le dottrine delle scuole gnostiche ci sono note. Contrariamente alla nozione di una conoscenza esoterica che salva e trasforma, i Padri greci e latini ribadivano la nozione di un Messia che non fa distinzione fra iniziati e profani, e che espia per l'intera umanità, non per una classe di eletti. Tutti possono attingere alla salvezza, non per via di una conoscenza tramandata da maestro a discepolo ma mediante la fede e la sottomissione all'autorità ecclesiastica. L'idea di una conoscenza salvifica viene anzi presentata come diabolica, e ricollegata alle parole di Lucifero ad Adamo ed Eva: «Sarete come Dio, avendo la conoscenza del Bene e del Male». Questa presa di posizione troncò sul nascere la possibilità di un esoterismo cristiano, e nell'Europa Occidentale ogni tentativo di far rinascere la conoscenza esoterica assumerà da subito i caratteri dell'eresia e verrà aspramente combattuto. A titolo d'esempio valga la vicenda dei Catari, assimilabili agli antichi gnostici nella pretesa di possedere una conoscenza trascendente rispetto a quella propria agli uomini di Chiesa, e trasmissibile non già da sacerdote a fedele mediante i Sacramenti, ma da «perfetto» a «postulante» tramite il rito del consolamentum.
I Templari
L'Ordine religioso-militare dei Templari fu istituito nel secolo XII per garantire la sicurezza dei pellegrini in visita a Gerusalemme. Nel 1118 i cavalieri francesi Hugh de Payns e Geoffroy de Saint-Omer (molto probabilmente già membri del Priorato di Sion o della Rosacroce) avevano fondato, assecondando il volere di San Bernardo da Chiaravalle, l'Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo proprio con lo scopo di tutelare i pellegrini che si recavano in Terra Santa. Ospitati da Baldovino II, Re Latino di Gerusalemme, in un'ala del palazzo reale sorto sulle rovine dell'antico Tempio, ai due cavalieri e al loro Ordine venne attribuito il nuovo nome di Templari. Al ritorno in Francia, il Concilio di Troyes (1128) sancì ufficialmente le regole dell'Ordine: i Templari facevano voto di castità, obbedienza e povertà, vestivano una cappa bianca con una croce rossa, erano suddivisi in Cavalieri, Cappellani, Sergenti, Artigiani e dipendevano direttamente dal Papa. Successivamente all'Ordine aderirono molti nobili e così i Templari divennero anche una potenza economica: dopo la fine delle Crociate, dediti ormai a numerose attività economiche, e accusati persino di prestito a usura, avevano accumulato immense ricchezze, tanto da diventare una minaccia sia per l'Impero sia per il Papato. Nel 1307 vennero accusati di eresia e immoralità da Filippo il Bello (con il tacito consenso di papa Clemente V) e nel 1314, soppresso l'Ordine, condannati alla confisca dei beni e al rogo. Alcune fonti riportano che fin dall'inizio i Templari avrebbero costituito un Ordine di carattere iniziatico. Tra le gesta loro attribuite vi è il recupero dell'Arca dell'Alleanza dal Tempio di Gerusalemme, la codificazione dei segreti costruttivi delle cattedrali gotiche e quello delle carte segrete che indicavano la rotta per le Americhe e la difesa del Sacro Graal. Una parte delle fonti ritiene inoltre che i riti e segreti iniziatici dell'Ordine sarebbero alla base di fondazione della moderna Massoneria.
L'epoca delle Crociate vedrà sorgere un nuovo orientamento esoterico, anch'esso represso nel sangue. Il Sovrano Ordine Militare dei Cavalieri di Gerusalemme, generalmente noto come Ordine del Tempio, era originariamente una congregazione di monaci armati, incaricati di proteggere i pellegrini europei che si recavano a far visita al Santo Sepolcro. Stanziatisi a Gerusalemme, i Cavalieri del Tempio posero la loro sede centrale nella Cupola della Roccia (o Moschea di Omar), cioè nel sito in cui anticamente sorgeva il Tempio di Salomone (di qui la denominazione di Templari). Avendo trascorso alcuni anni in Medio Oriente, i Templari vennero a contatto con l'Ordine iniziatico islamico degli Ismailiti, e svilupparono tendenze gnostiche sempre più marcate, fornendo così al Re di Francia Filippo il Bello ed al Papa l'occasione per un'accusa di eresia, che portò alla condanna a morte dei principali cavalieri, allo scioglimento dell'Ordine e all'incamerazione da parte della corona di Francia dei suoi ingenti tesori. Vedremo in seguito come la principale fra le organizzazioni esoteriche dell'epoca moderna, la Massoneria, s'ispirerà all'Ordine del Tempio, tanto da ricollegare ad esso le sue origini.
In epoca rinascimentale, il fiorire degli studi umanistici portò alla formazione di un circolo di studiosi dell'esoterismo presso la corte fiorentina di Lorenzo il Magnifico. Filosofi come Marsilio Ficino, Pico della Mirandola e Gemistio Pletone coltivarono gli studi di lingua ebraica e si dedicarono a tradurre in latino i testi dell'esoterismo ebraico (Kabalah), nella certezza che la conoscenza esoterica potesse portare ad un superamento dei vincoli confessionali ed alla conciliazione fra i dogmi dell'Ebraismo e del Cristianesimo. Essi giunsero persino a sottoporre al Papa il frutto delle loro ricerche, ma furono costretti a rendersi conto che gli ambienti ecclesiastici erano risolutamente contrari al loro orientamento.
Capitolo I - Lutero, la Rosacroce e lo spirito tedesco
Premessa
Il paganesimo classico conosceva la distinzione fra la religiosità popolare, basata sulle consuetudini locali e accessibile a tutta la popolazione, e il culto misterico, accessibile ai soli iniziati e in grado di rivelare loro le verità metafisiche sulla natura ultima dell'essere.
La natura di una dottrina elitaria, non raggiungibile mediante lo studio dei libri, ma attingibile soltanto tramite una iniziazione conferita da maestro a discepolo, fa parte del patrimonio tradizionale della religiosità germanico ed è riscontrabile presso altre civiltà appartenenti al medesimo ceppo, come ad esempio quella indiana e quella iranica. La decadenza delle varie forme di civiltà comporta sempre, come osservato da Oswald Spengler ne Il tramonto dell'Occidente, una diffusione su vasta scala di ciò che era originariamente prerogativa esclusiva delle élite. Il caso più tipico, per fare un esempio, è quello dell'imbalsamazione praticata nella civiltà egizia: da prerogativa riservata al solo Faraone, questo rito venne poi esteso agli altri membri della famiglia reale, ai notabili, agli alti funzionari, e infine a tutti coloro che erano in grado di pagarne i costi. Lo stesso si può dire della ritualità misterica, divenuta in periodo ellenistico accessibile a vasti strati della popolazione, non soltanto greca, ma anche romana e barbara.
Intorno al secolo I d. C., con la predicazione di Paolo di Tarso in Asia Minore e in Europa, l'equilibrio religioso del mondo ellenistico venne sconvolto. Il Cristianesimo, nato come una delle tante correnti dell'Ebraismo rabbinico, veniva ora presentato come religione universale, in grado di guidare alla salvezza ogni uomo, a prescindere dalla sua origine, dal suo ceto sociale e dalla sua appartenenza etnica. Diffondendosi in un ambiente di lingua e cultura greca, il messaggio cristiano venne letto da alcuni in un contesto ispirato alla soteriologia ellenica. Da qui lo Gnosticismo.
Le varie sette gnostiche, come i Marcioniti, i Valentiniani e i Carpocratici, pur professando dottrine molto diverse le une dalle altre e a noi note soltanto indirettamente, erano accomunate dalla tendenza a leggere il ruolo di Gesù come analogo a quello degli «eoni salvifici» della tradizione ario-indoeuropea, assimilandolo di fatto al Kalkin Avatara induista, al Maitreya buddhista, al Saoyant zoroastriano, a Dioniso Zagreo, ad Apollonio di Tiana, ecc.
Lo Gnosticismo
Con il termine Gnosticismo si designa complessivamente un gruppo di dottrine e di sette, fiorite tra i secoli II e III d. C. nell'ambiente religioso-culturale di Alessandria d'Egitto, derivate dalla fusione dei sincretismo orientale e delle dottrine ellenistiche con il Cristianesimo. Sebbene diverse nella forma (gnosi volgare e gnosi dotta), tutte le dottrine gnostiche avevano come fondamento comune il principio della gnosi, cioè la conoscenza assoluta concessa dal rivelatore celeste a piccoli gruppi di eletti e di iniziati, considerata unico fondamento di garanzia e di salvezza per l'uomo caduto prigioniero nel mondo della materia. Gli gnostici erano concordi nel professare l'affermazione di un sistema di entità emanate e mediatrici (eoni), la condanna della materia e la dottrina di un salvatore celeste fonte di gnosi, unanimemente riconosciuto nel Cristo, la cui incarnazione era ritenuta apparente (alieno dalle contingenze terrene, il rivelatore non si incarna, docetismo). Poiché la luce salvifica non era destinata a tutti gli uomini ma solo agli eletti predisposti a ricevere la gnosi, capitava spesso che in alcuni ambienti gnostici si assumessero atteggiamenti di libera condotta tali da attirare da parte cristiana accuse di vero e proprio libertinismo. Già ritenuto un insieme di eresie nell'ambiente del Cristianesimo, lo Gnosticismo è stato poi riportato a origini caldaiche, ma sembra assai più probabile che esso sia sorto indipendentemente dal Cristianesimo in Siria, Mesopotamia ed Egitto riprendendo e sviluppando dottrine segrete del giudaismo tardivo.
Secondo gli gnostici l'anima umana, per natura luminosa e spirituale, si trova inviluppata nei meandri della materia ed essendo congiunta al corpo, tende ad identificarsi con esso, dimentica delle proprie origini e del proprio rango. Il Salvatore, in quanto apportatore della conoscenza liberante (sophia o gnosis), è in grado di aiutare l'anima dell'iniziato nel suo processo di catarsi, di scioglierla dai vincoli della materia e di ricondurla alla sua libertà primigenia. Marcione, in particolare, contrappone Gesù, manifestazione del Dio della luce, al Demiurgo, entità malefica identificata con lo Jahvè dell'Antico Testamento, creatore del mondo e quindi responsabile dell'aver contaminato l'universo spirituale, il pleroma, con l'elemento materiale e corporeo. L'ortodossia cattolica reagì in modo quantomai risoluto contro questa interpretazione della missione del Cristo, e vide in essa nient altro che una rinascita della misteriosofia pagana.
I Padri della Chiesa, fra i quali Ireneo di Lione e Clemente Alessandrino, dedicarono alla confutazione dello Gnosticismo gran parte delle loro opere, ed è grazie ad esse che le dottrine delle scuole gnostiche ci sono note. Contrariamente alla nozione di una conoscenza esoterica che salva e trasforma, i Padri greci e latini ribadivano la nozione di un Messia che non fa distinzione fra iniziati e profani, e che espia per l'intera umanità, non per una classe di eletti. Tutti possono attingere alla salvezza, non per via di una conoscenza tramandata da maestro a discepolo ma mediante la fede e la sottomissione all'autorità ecclesiastica. L'idea di una conoscenza salvifica viene anzi presentata come diabolica, e ricollegata alle parole di Lucifero ad Adamo ed Eva: «Sarete come Dio, avendo la conoscenza del Bene e del Male». Questa presa di posizione troncò sul nascere la possibilità di un esoterismo cristiano, e nell'Europa Occidentale ogni tentativo di far rinascere la conoscenza esoterica assumerà da subito i caratteri dell'eresia e verrà aspramente combattuto. A titolo d'esempio valga la vicenda dei Catari, assimilabili agli antichi gnostici nella pretesa di possedere una conoscenza trascendente rispetto a quella propria agli uomini di Chiesa, e trasmissibile non già da sacerdote a fedele mediante i Sacramenti, ma da «perfetto» a «postulante» tramite il rito del consolamentum.
I Templari
L'Ordine religioso-militare dei Templari fu istituito nel secolo XII per garantire la sicurezza dei pellegrini in visita a Gerusalemme. Nel 1118 i cavalieri francesi Hugh de Payns e Geoffroy de Saint-Omer (molto probabilmente già membri del Priorato di Sion o della Rosacroce) avevano fondato, assecondando il volere di San Bernardo da Chiaravalle, l'Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo proprio con lo scopo di tutelare i pellegrini che si recavano in Terra Santa. Ospitati da Baldovino II, Re Latino di Gerusalemme, in un'ala del palazzo reale sorto sulle rovine dell'antico Tempio, ai due cavalieri e al loro Ordine venne attribuito il nuovo nome di Templari. Al ritorno in Francia, il Concilio di Troyes (1128) sancì ufficialmente le regole dell'Ordine: i Templari facevano voto di castità, obbedienza e povertà, vestivano una cappa bianca con una croce rossa, erano suddivisi in Cavalieri, Cappellani, Sergenti, Artigiani e dipendevano direttamente dal Papa. Successivamente all'Ordine aderirono molti nobili e così i Templari divennero anche una potenza economica: dopo la fine delle Crociate, dediti ormai a numerose attività economiche, e accusati persino di prestito a usura, avevano accumulato immense ricchezze, tanto da diventare una minaccia sia per l'Impero sia per il Papato. Nel 1307 vennero accusati di eresia e immoralità da Filippo il Bello (con il tacito consenso di papa Clemente V) e nel 1314, soppresso l'Ordine, condannati alla confisca dei beni e al rogo. Alcune fonti riportano che fin dall'inizio i Templari avrebbero costituito un Ordine di carattere iniziatico. Tra le gesta loro attribuite vi è il recupero dell'Arca dell'Alleanza dal Tempio di Gerusalemme, la codificazione dei segreti costruttivi delle cattedrali gotiche e quello delle carte segrete che indicavano la rotta per le Americhe e la difesa del Sacro Graal. Una parte delle fonti ritiene inoltre che i riti e segreti iniziatici dell'Ordine sarebbero alla base di fondazione della moderna Massoneria.
L'epoca delle Crociate vedrà sorgere un nuovo orientamento esoterico, anch'esso represso nel sangue. Il Sovrano Ordine Militare dei Cavalieri di Gerusalemme, generalmente noto come Ordine del Tempio, era originariamente una congregazione di monaci armati, incaricati di proteggere i pellegrini europei che si recavano a far visita al Santo Sepolcro. Stanziatisi a Gerusalemme, i Cavalieri del Tempio posero la loro sede centrale nella Cupola della Roccia (o Moschea di Omar), cioè nel sito in cui anticamente sorgeva il Tempio di Salomone (di qui la denominazione di Templari). Avendo trascorso alcuni anni in Medio Oriente, i Templari vennero a contatto con l'Ordine iniziatico islamico degli Ismailiti, e svilupparono tendenze gnostiche sempre più marcate, fornendo così al Re di Francia Filippo il Bello ed al Papa l'occasione per un'accusa di eresia, che portò alla condanna a morte dei principali cavalieri, allo scioglimento dell'Ordine e all'incamerazione da parte della corona di Francia dei suoi ingenti tesori. Vedremo in seguito come la principale fra le organizzazioni esoteriche dell'epoca moderna, la Massoneria, s'ispirerà all'Ordine del Tempio, tanto da ricollegare ad esso le sue origini.
In epoca rinascimentale, il fiorire degli studi umanistici portò alla formazione di un circolo di studiosi dell'esoterismo presso la corte fiorentina di Lorenzo il Magnifico. Filosofi come Marsilio Ficino, Pico della Mirandola e Gemistio Pletone coltivarono gli studi di lingua ebraica e si dedicarono a tradurre in latino i testi dell'esoterismo ebraico (Kabalah), nella certezza che la conoscenza esoterica potesse portare ad un superamento dei vincoli confessionali ed alla conciliazione fra i dogmi dell'Ebraismo e del Cristianesimo. Essi giunsero persino a sottoporre al Papa il frutto delle loro ricerche, ma furono costretti a rendersi conto che gli ambienti ecclesiastici erano risolutamente contrari al loro orientamento.
Capitolo I - Lutero, la Rosacroce e lo spirito tedesco
Con l'avvento della Riforma protestante in Germania i cultori di scienze esoteriche, quali Johann Gichtel e Cornelio Agrippa, speravano che il dominio del dogmatismo cattolico volgesse al termine perlomeno nei paesi di lingua tedesca, e che ci si trovasse di fronte a nuove opportunità per la rinascita dell'esoterismo. Fu così che in ambiente protestante si diffuse la confraternita dei Rosacroce, basata sulla dottrina delle «nozze mistiche» attribuita a un immaginario fondatore chiamato Christian Rosenkreuz.
In particolare, nella dottrina rosacrociana l'antica pratica dell'alchimia veniva affinata e riportata alla sua originaria funzione di rigenerare la natura dell'essere sino a condurlo a un equilibrio fra la sua natura maschile e quella femminile (da cui la nozione di «nozze mistiche») tale da consentirgli la pienezza delle sue potenzialità divine. I tre elementi principali dell'operazione alchemica, zolfo, mercurio e sale, venivano identificati, rispettivamente, con l'anima (essenza divina), con lo spirito (psiche) e con il corpo. Nel momento in cui, grazie all'alleanza con i principi tedeschi, Lutero riuscì ad affermare la sua dottrina e a fare della Chiesa riformata la religione ufficiale di una vasta parte del territorio tedesco, fu chiaro come il suo dogmatismo fosse omologo a quello delle gerarchie cattoliche e pronto, al pari di esse, a negare ogni valore alle dottrine esoteriche, e a tacciarle di paganesimo ed eresia.
La Rosacroce
Nel 1616 a Kassel, in Germania, circolava un misterioso libello pubblicato anonimamente intitolato Fama fraternitatis. In esso si raccontava la storia di Christian Rosenkreuz, un misterioso adepto che trecento anni prima, dopo essere venuto a conoscenza dei più alti misteri dell'alchimia, della sapienza esoterica e dell'occultismo, avrebbe fondato su questi principi un ordine, la Confraternita della Rosacroce. In realtà gli autori di questo documento furono alcuni intellettuali guidati dal pastore luterano Johann Valentin Andreae (1586-1654) interessato a presentare, sotto il velame esoterico, un ambizioso progetto di riforma politico-religiosa. Dopo la divulgazione di questo opuscolo, una gran quantità di confraternite denominate della Rosacroce furono fondate davvero in Germania, Russia, Polonia e persino in America. La definizione generica Rosacroce (il cui simbolo di matrice esoterica rappresenta l'illuminazione interiore) inglobava diverse dottrine e filosofie, idealmente collegate a vari movimenti esoterici. L'ermetismo egiziano, la gnosi, la cabala ebraica, l'alchimia e l'esoterismo cristiano, riuniti nella dottrina della setta, si proponevano di stabilire una nuova fratellanza cristiana in opposizione al papato e ai gesuiti e si esprimevano attraverso una complessa simbologia e iconografia. Numerose realtà rosacrociane hanno caratterizzato la storia dal secolo XII a oggi (l'ordine dei Rosacroce è infatti ancora attivo), tra cui: la Rosacroce d'Oro (1714) in Germania, l'Ordine cabalistico della Rosacroce (1887) e l'Ordine della Rosacroce del Tempio e del Graal (1890) in Francia,The Ancient Mystical Order Rosae Crucis (1909) in California.
Di fronte a questo orientamento, la Confraternita dei Rosacroce scomparì con la stessa naturalezza con cui era apparsa all'improvviso, mentre i seguaci dell'alchimia e gli ermetisti seguitarono a interessarsi ufficialmente delle semplici trasmutazioni metalliche, occultando il valore iniziatico delle loro dottrine e delle loro pratiche.
Le iniziazioni di mestiere e la Massoneria
Dal Medioevo continuavano tuttavia ad esistere in Europa le cosiddette «iniziazioni di mestiere», vale a dire dei riti di ammissione per entrare a far parte di una corporazione. A differenza di quanto accaduto per altri tipi di iniziazione, l'autorità ecclesiastica si guardò dall'esercitare una qualche forma di censura, giacché l'aspetto di queste iniziazioni era del tutto conforme all'ortodossia, e anzi legato al culto dei santi patroni. Questo genere di iniziazioni era sempre legato all'esercizio di una facoltà pratica (e per questa ragione era detta «di mestiere») e possedeva tante ripartizioni quanti erano gli ambiti in cui l'attività lavorativa si ripartiva. L'iniziato al mestiere si sarebbe distinto dunque dalla massa del popolo, o Quarto Stato, proprio in virtù del fatto che, appartenendo ad una corporazione, avrebbe esercitato un lavoro che costituiva l'attuazione di una tecnica tramandata da tempo immemorabile, e sarebbe vissuto in rapporto di reale fratellanza con tutti i colleghi della medesima confraternita. Le corporazioni di mestiere, alcune delle quali già presenti nel mondo romano in epoca precristiana, rispettavano la consueta tripartizione dei gradi: l'apprendista, il compagno d'arte e il maestro.
Il CompagnonaggioIl Compagnonaggio, o Companionnage, nacque in Francia nei primi decenni del secolo XIV in seno alle corporazioni professionali iniziatiche e operative. La sua origine era in parte legata ad un rifiuto contro le corporazioni padronali, contro il potere politico che imponeva le tasse e contro la Chiesa che vietava il principio di associazione. Depositari di una tradizione millenaria, maestri d'opera, tagliatori di pietra, artisti, trasportatori, muratori, carpentieri, vetrai e fabbri facevano parte di organizzazioni strutturate in maniera rigorosa secondo una gerarchia ben definita. Condividendo i principi della loro arte, gli operai si perfezionavano assieme ai confratelli dal punto di vista tecnico, sociale, morale e spirituale, operando un controllo sulla diffusione della loro scienza edile tanto serrato da renderla un segreto per gli iniziati e tale da esigere addirittura un sistema di segni convenzionali di riconoscimento. E fu così che la segretezza, l'esclusività, l'obbligo di un'iniziazione, i rituali, il linguaggio in codice conferirono ben presto al Compagnonaggio un'identificazione di carattere esoterico. La stessa terminologia tecnica assumeva significati ermetici: l'architetto era la Divinità, il capomastro il Sacerdote, gli strumenti di lavoro come squadra e compasso divenivano simboli della perfezione del creato e così via. Seguendo la connotazione esoterica dell'ordine, l'origine del Compagnonaggio venne così leggendariamente retrodatata e attribuita da alcuni adepti allo scalpellino israeliano Maitre Jacques impegnato nella costruzione del Tempio di Gerusalemme e da altri a Jaques de Molay, l'ultimo Gran Maestro dei Templari bruciato sul rogo.
Nell'epoca contemporanea molte corporazioni sopravvivono nella Francia meridionale sotto il nome di Compagnonaggio. I riti di iniziazione seguitano ad essere quelli tradizionali, ma di fatto si tratta di una mera sopravvivenza residuale, in quanto l'attività dei Compagnoni si riduce a sagre paesane, feste in costume e simili. Solo la corporazione dei muratori ebbe invece un destino ben diverso, in quanto, dalla prima metà del secolo XVIII, diede vita alla Massoneria moderna, cioè a quella che verrà caratterizzata come la «società segreta» per eccellenza. Con la diffusione della leggenda di Hiram, architetto del Tempio di Salomone che venne ucciso da tre suoi discepoli invidiosi, sepolto sotto la pianta sacra dell'immortalità (acacia) e quindi resuscitato grazie alla sua conoscenza delle «parole sacre», ci si ritrova nuovamente di fronte al mito classico del Salvatore indoeuropeo: colui che riceveva l'iniziazione al grado di Maestro Muratore veniva assimilato a Hiram e, come già accadeva nei misteri egizi e in quelli eleusini, passava attraverso una morte simbolica ad un processo di resurrezione.
Con lo sviluppo della dottrina massonica verrà creato il cosiddetto sistema degli «alti gradi», vale a dire una serie di iniziazioni successive in cui il Maestro rivivificava le dottrine esoteriche dell'antichità. Nell'ambito del Rito Scozzese Antico e Accettato (il più diffuso fra i sistemi di «alti gradi»), il diciottesimo grado e il trentesimo, denominati rispettivamente Cavaliere Rosacroce e Cavaliere Kadosh, venivano incluse nell'esoterismo massonico le dottrine della antica Confraternita Rosacroce e quella dell'Ordine del Tempio. Kadosh in ebraico significa "santo", ma anche "custode del santuario", cioè templare. L'iniziato a questo grado veniva chiamato durante il rito a colpire con un pugnale i simboli della tiara e della corona, vale a dire i simboli delle due istituzioni che erano state all'origine dello scioglimento dei Templari, il Papato e la monarchia.
Con l'avvento dell'Illuminismo e il coinvolgimento della Massoneria - specie di quella latina - nella lotta politica contro l'assolutismo monarchico ed il potere temporale del Papato, il carattere esoterico dell'Ordine passò in secondo piano, e molti massoni decisero di dar vita a nuove organizzazioni, meno interessate alla politica e più rivolte allo studio delle dottrine esoteriche. Nacquero così il movimento degli Eletti Cohen, il Martinismo, la Stretta Osservanza Templare, il Rito Egizio di Memphis e Misraim. La massoneria ufficiale sarà dapprima contenuta e e osteggiata, poi repressa con la forza dal regime nazionalsocialista tedesco e da quello fascista italiano, in quanto associata all'ebraismo internazionale, alle democrazie liberali e a tutto quanto le teorie nazionalsocialiste consideravano sia culturalmente sia razzialmente impuro e contaminato.
Capitolo II - L'esoterismo europeo nel passaggio dal secolo XIX al secolo XX: La Società Teosofica
Fra i movimenti che fiorirono dalla matrice massonica rientra la Società Teosofica, associazione che esercitò un'influenza determinante sulla formazione delle correnti iniziatiche pangermaniste alla base dell'orientamento esoterico in seno al Nazionalsocialismo.
Il termine greco theosophia significa "conoscenza di Dio", ed è stato usato tanto dai filosofi greci che dai Padri della Chiesa anche come sinonimo di teologia. Nell'uso moderno però, esso viene riferito all'insieme delle dottrine insegnate dalla Società Teosofica, organizzazione istituita sul principio del secolo scorso dalla medium Elena Petrovna Blavatsky e dal Colonnello John Olcott, alto dignitario della Massoneria britannica, e successivamente guidata da Alice Bailey e Annie Besant. Il metafisico franco-egiziano René Guénon, uno dei più risoluti critici della moderna Teosofia, ha preferito conservare il significato tradizionale del termine riservando il neologismo teosofìsmo alle dottrine relative alla Società Teosofica: l'opera in cui egli confuta gli insegnamenti della Blavatsky e dei suoi successori prende appunto il nome di Il teosofìsmo, storia di una pseudo-religione. In ogni caso, la Teosofia rappresentò un nuovo grado di sviluppo nel cammino lungo la via del progresso, e il teosofo costituiva l'elemento di transizione fra l'uomo contemporaneo e l'uomo spiritualizzato. Si trattava di una forma molto semplificata di dottrina, in cui confluivano elementi dell'evoluzionismo darwiniano e del superuomo di Nietzsche.
All'inizio della sua carriera, la Blavatsky era soltanto una delle tante medium e sensitive che, sulla base dell'insegnamento di Allan Kardec, affermavano di essere in contatto con il mondo dei defunti grazie a speciali canali di comunicazione fra essi e i viventi. Fra le molte fantasie della Blavatsky vi era quella di essere in contatto con un maestro defunto di nome Maitreya, suo spirito guida, che la incaricava di ricercare la sapienza perduta e di condurre i discepoli a una più elevata forma di coscienza. La Blavatsky nutriva un'istintiva avversione nei confronti delle religioni tradizionali, destinate a essere presto soppiantate dalla spiritualità teosofica, poiché riteneva che, se alla base di ogni religione vi è un insegnamento spirituale, esso viene però sempre soppiantato dall'operato del clero, interessato a trasformare la fede in uno strumento di potere personale. Secondo la sua teoria, con la diffusione della Teosofia questo stato di cose sarebbe cessato in quanto gli adepti potevano conoscere la verità non più sotto forma confessionale, ma in modo diretto tramite i «Maestri Occulti».
La Blavatsky riservava a se stessa la funzione di portavoce dei Maestri, e i suoi diretti collaboratori assunsero ben presto la funzione di un vero e proprio clero teosofico, pronto a scomunicare e colpire con anatemi gli elementi dissidenti. Nei suoi scritti ella accettava tutte le dottrine antiche come autentici veicoli della sapienza primordiale, ma mostrava in modo esplicito di prediligere l'Induismo, religione che storicamente considerava più vicina alla spiritualità delle origini. Questa opzione di fondo sarà alla base di un vivo interesse per l'India, tale da caratterizzare ampi strati della borghesia medio-alta, dapprima europea, quindi nordamericana. Se al giorno d'oggi qualsiasi città occidentale ha almeno un centro di yoga e se parole quali «karma», «reincarnazione», «pranoterapia» sono entrate nel linguaggio comune ciò dipende senz'altro dal ruolo di apertura nei confronti della cultura indiana giocato dalla Società Teosofica.
Ciò nonostante, va comunque detto che le conoscenze della Blavatsky in materia di dottrine indiane erano alquanto grossolane e imperfette, nonostante tendesse a usare molto spesso termini sanscriti. In particolar modo, l'insieme delle dottrine indù veniva esposto in modo quantomai moralistico, e i parametri del puritanesimo vittoriano venivano applicati senza alcuna difficoltà agli antichi abitatori del continente indiano. Dopo la morte della Blavatsky, il livello culturale medio dei teosofi subì comunque un forte incremento, e aderirono all'organizzazione anche orientalisti seri e ricercatori coscienziosi, come l'iridologo Sir John Woodroffe (alias Arthur Avalon, autore dei primi studi occidentali sul tantrismo) e la tibetologa Alexandra David-Neel.
La Società Teosofica
La Società Teosofica fu fondata a New York il 17 novembre 1875 ad opera di Helena Petrovna Blavatsky e costituita ente morale a Madras, in India, il 3 aprile 1905. Il termine greco theosophia ("conoscenza di Dio"), già usato dai neoplatonici e dai mistici cristiani medievali per indicare la scienza delle cose divine, venne ripreso come fondamento costitutivo della Società, che professava il principio di una sapienza derivante dall'ispirazione o intuizione diretta della Verità. Tre gli scopi principali alla base dei suoi insegnamenti:
1. Formare un nucleo della Fratellanza Universale dell'umanità senza distinzione di razza, credo, sesso, casta o colore.
2. Incoraggiare lo studio delle religioni comparate, della filosofia e della scienza.
3. Investigare le leggi inesplicate della natura e i poteri nascosti dell'uomo.
I seguaci, uniti nel motto «Non vi è religione più alta della Verità», non avevano come vincolo d'unione la professione di una fede comune, ma la ricerca del Vero, considerato come premio da conseguire attraverso lo studio e la riflessione. La Società Teosofica si proponeva di ricondurre l'uomo, prigioniero della nuova visione materialistica e degli ormai consunti dogmi delle chiese cristiane, alle fonti dell'antica sapienza (soprattutto orientale). L'accesso a queste fonti era iniziatico e affidato a esperienze di tipo medianico. Attraverso queste «visioni personali» doveva essere possibile accogliere le rivelazioni di «Maestri Invisibili»: i «Grandi Custodi dell'Umanità» considerati l'origine dell'ispirazione teosofica. Spinta da questo desiderio di conoscenza, la Blavatsky, che aveva manifestato poteri extrasensoriali fin da bambina, intraprese un lungo viaggio in Tibet dove alcuni testi occulti la portarono a conoscere i misteri dell'universo e il corso futuro della storia, così come leggiamo nel suo libro La Dottrina segreta.
Il colonnello Olcott, qualificato esponente del servizio segreto britannico, contribuì in modo determinante alla valorizzazione della colonizzazione dell'India e, conseguentemente, alla diffusione dei principi teosofici. La sede centrale della Società Teosofica venne trasferita a Madras, e presto si avanzò l'idea di formare alcuni selezionati discendenti delle più importanti famiglie brahminiche. Terminato il loro iter formativo, questi brahmini sarebbero stati inviati in Occidente come maestri spirituali, e i teosofi avrebbero avuto a loro disposizione guide in grado di padroneggiare le lingue e la cultura europee. Ciò avrebbe inoltre fornito all'India l'immagine di una potenza coloniale che, lungi dall'imporre con la forza i suoi parametri di vita a una popolazione assoggettata e disprezzata, sapeva invece apprezzare la spiritualità indigena e si dedicava in modo solerte al suo apprendimento. Ai missionari cristiani delle Chiese cattolica e anglicana vennero così ad affiancarsi i missionari della Teosofia: lungi dal voler convertire gli indiani al Cristianesimo, essi si sforzavano di convincerli a essere i portatori di quella che era la madre di tutte le tradizioni spirituali. Ciò fu molto apprezzato dai principali esponenti dell'Induismo, e li indusse a collaborare in molti modi con l'organizzazione.
Prima della creazione di una centrale teosofica, il ceto abbiente dell'India tendeva istintivamente a occidentalizzarsi, mentre la fedeltà alla religione tradizionale era sentita dalle classi popolari, spesso scarsamente alfabetizzate. La Società Teosofica iniziò invece la pubblicazione in inglese dei classici dell'Induismo, e ciò consentì a molti indiani di comprendere quegli stessi testi che, essendo scritti in sanscrito, erano in precedenza accessibili ai soli membri della casta sacerdotale. Lo stesso Mahatma Gandhi, nella sua autobiografia, ricorda come, pur avendo studiato in Inghilterra ed avendovi conseguito la laurea in legge, ignorava quasi tutto dell'Induismo, e se poté per la prima volta leggere la Bhagavad Gita fu per via di una edizione di questo testo curata dalla Società Teosofica.
Dopo la Blavatsky, la presidenza di Annie Besant fu improntata sin dal principio sulla dottrina dell'avvento del «maestro atteso», cioè di colui che sarebbe divenuto la guida dell'intero movimento. Ufficialmente si predicava che il maestro fosse già nato, e che si stava aspettando soltanto il segno della sua manifestazione. In realtà la scelta sembrava già stata fatta da alcuni anni: il predestinato era un fanciullo indiano che avrebbe ricevuto il soprannome di Ananda Krishnamurti. Selezionato fin dalla nascita per una posizione di tanto rilievo, venne educato nelle migliori università inglesi, rigidamente separato dalla famiglia e addestrato a professare nei confronti della Besant e degli altri capi della Teosofia un'obbedienza totale e incondizionata. Nel momento in cui fu annunciata la «manifestazione del maestro», milioni di teosofi di tutto il mondo accorsero a Londra per ricevere dalle sue labbra il Verbo della futura umanità. Il successo fu enorme e la Teosofia raggiunse una popolarità mai conosciuta in precedenza. Le cose non andarono però completamente secondo i piani prestabiliti: divenuto adulto, e abituato a essere ossequiato da folle di teosofi adoranti, Krishnamurti rifiutò di continuare a essere un docile giocattolo nelle mani della Besant e iniziò a irridere apertamente coloro che lo veneravano. Sviluppò una sua dottrina, secondo la quale i vincoli del rapporto maestro-discepolo dovevano considerarsi superati e colui che intendeva conseguire l'«illuminazione spirituale» doveva per prima cosa convincersi che non poteva avere alcun maestro all'infuori di se stesso. Nel giro di pochi anni, Krishnamurti ripudiò apertamente ogni legame con la Teosofia, e iniziò a scrivere libri ispirati al suo nuovo pensiero. Quale libero pensatore spirituale, egli negò di essere un maestro e accettò semplicemente di continuare a ricoprire il ruolo di istruttore temporaneo per tutti coloro che avessero voluto trarre giovamento dalla sua esperienza. Per la Teosofia e i suoi seguaci fu un vero colpo: affascinati da Krishnamurti, molti di loro non vollero più saperne della Besant e si aprirono alla nozione di una «ascesi-fai-da-te».
L'interesse per l'India era un dato acquisito per molti intellettuali anglosassoni ma i limiti angusti della Teosofia cominciarono a non bastare: dappertutto si trovavano traduzioni di testi originali indù e documentazioni scientifiche e i libri della Blavatsky vennero considerati superati. La Società Teosofica finì per ridursi al rango di associazione per vecchie signore che, fra un tè e una canasta, si riunivano per parlare di karma, maestri segreti e reincarnazione. Sull'esempio di Krishnamurti molti insegnanti di yoga e maestri d'Induismo compresero che ormai l'Occidente era terreno fecondo per la diffusione delle loro dottrine, e si recarono dapprima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti. Grande successo ebbero - nel periodo fra le due guerre - i viaggi di Paramahamsa Yogananda, il cui libro Autobiografìa di uno Yogi riuscì a vendere milioni di copie.
Fu però soltanto nel secondo dopoguerra che ebbe inizio un fenomeno assai diverso: quello di guru indiani che emigrarono in Occidente (per lo più negli Stati Uniti) e vi si stabilirono dando vita ad organizzazioni atte alla diffusione del loro insegnamento. In alcuni casi essi si limitarono a predicare all'estero le stesse dottrine professate in patria, ma in molti altri tesero ad «adattare» l'insegnamento alle mutate condizioni ambientali, dando vita a forme diverse di contaminazione e sincretismo.
Capitolo III - Da Rudolf Steiner ad Aleister Crowley: L'esoterismo apre al Nazionalsocialismo
Prima della sua crisi e del suo ridimensionamento, l'organizzazione teosofica si era espansa sino ad ottenere l'appoggio ufficiale della Corona britannica. Al suo interno si era però verificato un altro evento che la avrebbe notevolmente indebolita, con uno scisma di notevole rilievo: il teosofo svizzero Rudolph Steiner, capo del ramo tedesco del movimento, iniziò a criticare l'eccessiva indofilia della Besant, e contrappose alla Teosofia ufficiale una dottrina che, pur improntata sui medesimi postulati, desse maggiore rilievo alla tradizione occidentale. A partire dagli anni Venti Steiner fondò una nuova organizzazione, chiamata Società Antroposofica, che vide confluire nelle sua fila buona parte dei teosofi dell'Europa continentale.
Con l'avvento al potere di Hitler le divergenze dottrinali fra teosofi ed antroposofi acquisirono connotazioni politiche ben marcate: mentre Steiner divenne da subito un acceso sostenitore del movimento nazionalsocialista, giungendo ad affermare che in Hitler si era incarnata la «luce dell'Arcangelo Michele», i teosofi rafforzarono ancor più i loro vincoli con la Corona inglese, introducendo nelle loro sessioni di preghiera un'invocazione «per la protezione di Giorgio VI, Re e Imperatore».
Dalla sua sede centrale in Svizzera Steiner iniziò a diffondere una visione esoterica della politica contemporanea tutta a favore del Terzo Reich. Secondo la dottrina steineriana la società moderna aveva ridotto la funzione del pensiero a mera struttura di organizzazione logica del reale, mentre la natura pensante dell'essere, il nous, se sfruttato al meglio delle sue possibilità, era in grado di generare i contenuti del mondo esterno e di trasformare il reale, incidendo su di esso i segni di valori imperituri. Altro non era in fondo che una semplificazione e, per certi versi, una volgarizzazione in chiave operativa delle posizioni teoriche proprie dell'idealismo tedesco, da Fichte ad Hegel. A essa si aggiungeva però l'esigenza immediata di una realizzazione pratica, di un passaggio da un idealismo filosofico a un idealismo pratico, per sua natura aristocratico, e la cui comprensione restava riservata all'élite. All'incirca nel medesimo periodo il filosofo Julius Evola svilupperà il suo sistema dell'«idealismo magico», improntato su un più vasto e rigoroso approccio filosofico ma alieno dall'accogliere alcuni stereotipi di derivazione teosofica.
La Società Antropososofica
Staccatosi dalla Società Teosofica, di cui era segretario generale della sezione tedesca dal 1902, Rudolf Steiner fondò nel 1913 la Società Antroposofica, con sede a Dornach, in Svizzera, nel tempio di Goethenaum. L'Antroposofìa si distingueva dalla Teosofìa per il potenziamento dei mezzi conoscitivi umani mediante pratiche di meditazione e di concentrazione. Centro della dottrina antroposofica era la distinzione nell'uomo di sette principi: il corpo fisico, il corpo etereo, il corpo astrale, l'io, l'io spirituale, lo spirito vitale, l'uomo-spirito. Secondo i principi antroposofìci, con la morte il corpo fisico si dissolve, mentre quelli etereo e astrale accompagnano l'io in un periodo di sonno profondo che precede una successiva incarnazione. Il ciclo delle rinascite, coinvolgendo l'intero Cosmo attraverso millenni di evoluzione, è destinato a concludersi con «l'universale ritorno allo spinto puro». In particolare Steiner riconosceva la teoria delle due menti e dei due emisferi. Sulla base dei suoi studi egli sosteneva che l'emisfero cerebrale di destra ha a che fare con le intuizioni, i «significati globali», le forme complessive: è la parte di noi che apprezza la musica e la poesia; quello di sinistra invece «studia» il mondo al microscopio e domina il linguaggio, la logica e il calcolo. L'emisfero destro porta in sé lo «spazio dell'anima», un mondo interiore che Steiner riteneva reale, parallelo e, in qualche modo, ispezionabile ed era convinto che con l'addestramento chiunque potesse sviluppare la facoltà di vedere questo altro regno dell'Essere. Per accedere ad esso occorreva sviluppare «la visione interiore», una sorta di «percezione extrasensoriale» che non aveva niente a che fare con la chiaroveggenza o lo spiritismo. Steiner che si riteneva una di quelle persone con la capacità di «rilassarsi dentro il cervello di destra», non cessava mai di ripetere ai suoi amici: «sbagliate a trattare il mondo della mente come se fosse soltanto una metafora. È un altro paese, e tutti abbiamo il passaporto per entrarci».
Il regime nazista fu lontano dall'incoraggiare o dal ricompensare con una certa dose di comprensione o di tolleranza il movimento antroposofico. E dal momento che molti dei dirigenti del gruppo più vicino a Steiner seguitavano a essere comunque in stretto contatto con ambienti teosofici e massonici legati all'Inghilterra, la Gestapo iniziò a preparare rapporti che descrivevano la centrale svizzera dell'Antroposofia come «centro di spionaggio a favore dell'Inghilterra». Dicerie fatte circolare ad arte circa le presunte origini ebraiche di Steiner ed alcuni stralci dei suoi scritti in cui cita termini dell'esoterismo ebraico furono sufficienti a far chiudere, già nel 1935, tutti i principali centri antroposofici della Germania, e a indurre Steiner ad astenersi successivamente dalla politica.
Nel dopoguerra l'Antroposofia risorse in tutta Europa, e i centri tedeschi occultarono sistematicamente tutti i documenti che provavano le iniziali propensioni filonaziste di Steiner. Al contrario in Italia - dove esisteva una filiazione del movimento internazionale - aveva preso vita un filone antroposofico, guidato dal filosofo di estrema destra Massimo Scaligero. Nel primo processo per tentata ricostituzione del disciolto Partito Fascista, avanzato nel 1951 nei confronti dei membri del gruppo Fasci di Azione Rivoluzionaria, tanto Evola quanto Scaligero vennero posti sotto accusa in quanto capi ispiratori del movimento. Ma la vicenda si concluse con un nulla di fatto, giacché il tribunale ritenne che non fossero stati direttamente partecipi dei fatti contestati.
Molte leggende diffuse negli ambienti dei seguaci delle dottrine esoteriche riportano del resto che la Seconda Guerra Mondiale fu caratterizzata da un conflitto parallelo, con i teosofi inglesi impegnati, assieme ai brahmini, nella celebrazione di rituali protettivi a favore dell'Inghilterra, e gli antroposofi che, assieme ai seguaci del mago inglese Aleister Crowley, celebravano gli stessi riti ma a beneficio dei tedeschi.
Personaggio istrionico, autore di frodi, perseguitato da creditori, forte consumatore di ogni genere di droghe, Crowley si fece ben presto promulgatore di un «esoterismo satanico», in cui far confluire le sue personali intuizioni e dottrine dalle origini più disparate. Assumeva nomi stranissimi, che cambiava con molta disinvoltura: La Grande Bestia 666, Pramahamsa Sivananda Guru, Fratel Perdurabo. Frequentò dapprima gli ambienti teosofici, quindi la Massoneria, infine la società esoterica della Golden Dawn. Ma presto si staccò da tutti questi gruppi, per dedicarsi a quelli più strettamente satanici come «Ordo Templi Orientis» e «Astrum Argentinum». Non era infrequente che egli copiasse rituali appresi in organizzazioni con cui in precedenza era stato in contatto, per poi rimaneggiarli e spesso invertirli, sostituendo il «satanico» laddove appariva il «sacro».
Già prima dello scisma antroposofico, sull'esempio della Teosofia erano sorte in Germania organizzazioni anch'esse di vaga ispirazione indiana, che però riallacciavano l'amore per l'India alla dottrina del pangermanesimo. La tradizionale definizione di indoeuropei veniva mutata in indogermani, quasi a sottolineare come i popoli tedeschi rappresentassero la forma più recente di quel tipo di spiritualità che aveva caratterizzato gli albori della civiltà indiana e l'antico simbolo indù della svastica (termine sanscrito che significa "di buon auspicio") venne adottata agli inizi del secolo dalla Società Thule, per poi essere ripresa dai nazionalsocialisti.
La Golden Dawn e Aleister Crowley
La Golden Dawn ("Alba Dorata") era una società esoterica fondata nel 1887 dall'inglese William Westcott. Con una struttura fortemente gerarchica, aveva contatti con altre associazioni occulte, i Rosacroce e la Massoneria. Essa era suddivisa in 11 gradi, attraverso i quali si potevano affinare le proprie conoscenze nelle pratiche magiche ed entrare in contano con le forze dell'occulto. Ogni grado possedeva un codice basato sulla figura esoterica dell'Albero della Vita, corrispondente all'analogo simbolo della tradizione cabalistica. La gerarchia comprendeva tre ordini. Il primo era chiamato Golden Dawn, composto da principianti che studiavano le dottrine di base della magia. Il secondo era conosciuto con il nome di Red Rose and the Golden Cross (la "Rosa Rossa e la Croce Dorata"), che si riferiva ai praticanti della magia. Infine, vi era la classe della Silver Star, la Stella d'Argento, in cui si diventava maestri delle arti esoteriche. Aleister Crowley, nato nel 1875 da una ricca famiglia protestante, aderì alla setta verso la fine dell'Ottocento, concentrando i suoi interessi sulla magia sessuale e sul tantrismo. Nel 1910 pubblicò Book Four, in cui illustrava i principi dell'arte magica e dello yoga. Crowley condusse una vita dissoluta, dedita a orge, viaggi ed esperimenti, tanto da procurarsi soprannomi di genere satanico come Perdurabo o La Bestia 666. Collaborò nei servizi segreti inglesi e al contempo riprese i contatti con la setta OrdoTempli Orientis del tedesco Theodor Reuss. Morì nel 1947, coerente alle sue idee sull'occulto.
Capitolo IV - La costruzione del pensiero antisemita: Il caso dei protocolli dei Savi di Sion
Alcuni propagandisti pangermanisti avevano progettato, in Germania, intorno alla fine del secolo XIX, l'edizione di un curioso opuscolo, i Protocolli dei Savi di Sion, un falso manifesto che, composto all'inizio del secolo in Russia dalla polizia dello zar, doveva avere come unico scopo quello di sviare la popolazione di Mosca e Pietroburgo dalla guerra civile. Questo piccolo libro venne ben presto considerato come la «filosofia occulta» degli ebrei poiché mostrava come questi ultimi teorizzassero di suscitare la rivoluzione nel mondo, disorganizzandone l'economia e paralizzandone i centri culturali. Diffuso in milioni di esemplari in Germania, questo documento fittizio sarà il pretesto per canalizzare tutte le insoddisfazioni tedesche contro la «macchinazione ebraica internazionale», ritenuta anche la principale responsabile della presa del potere dei comunisti in Russia. L'antisemitismo inconscio del popolo tedesco si palesò immediatamente nella formula: il nemico è l'ebreo. È impuro, contamina tutto. Quando una civiltà si sfascia, cercate l'ebreo!
Si è molto discusso sulla veridicità del testo stesso. Oggi sono tutti concordi nel considerarlo un falso voluto dall'Okhrana, la polizia segreta dello Zar di Russia, per poter scatenare le prime persecuzioni di massa. Il tono aggressivo del testo, oltre ai contenuti, creava una forte impressione negativa da parte del lettore. Ma quali erano i precedenti letterari dei Protocolli?
Gli agenti della polizia zarista, raffinati conoscitori della letteratura politica del complotto, si rifecero certamente ai Monita Secreta Jesuitica, un testo del 1661, e al Dialogo agli inferni tra Machiavelli e Montesquieu di Maurice Joly.
Oggi il dibattito verte non sull'autenticità dei Protocolli, ma sulla cosiddetta veridicità degli stessi. Secondo alcuni sostenitori di questa tesi, chiunque ne sia stato l'autore, tanti avvenimenti previsti si sono verificati. Secondo gli altri, tutto era facilmente prevedibile.
Esiste una forte analogia tra i Protocolli dei Savi di Sion e un documento pubblicato ne «Le Contemporain» l'1 luglio 1886, dal titolo Resoconto degli avvenimenti storico-politici avveratisi negli ultimi dieci anni. È un discorso-programma, tenuto a Praga dal rabbino Reichhorn in occasione di un'adunanza, denominata Caleb, presso la tomba del gran rabbino Simeon-Ben-Jhuda.
Si è voluto infirmare il valore di questo documento per il fatto che lo scrittore tedesco Hermann Goedsche, sotto lo pseudonimo di sir John Retdiffe, ne rielaborò il contenuto, facendolo figurare come il discorso tenuto in un'adunanza fantastica di rabbini e di cabalisti nel suo romanzo Biarritz, pubblicato nel 1886 e ristampato a Monaco nel 1924. Una polemica svoltasi in proposito ha esaurientemente dimostrato che il Goedsche non ha inventato, ma adattato il contenuto del discorso effettivamente tenuto a Praga dal rabbino Reichhorn presso la tomba di Simeon-Ben-Jhuda, e che il discorso, oltre ad essere stato ripetuto nella sinagoga di Simscrol da un rabbino, concorda perfettamente col discorso tenuto a Lemberg in occasione del congresso della gioventù ebraica; discorso pubblicato dal giornale «Bauerbunder» di Vienna (1 novembre 1912, n. 133). In questo discorso si vede, nel modo più potente, tracciata, in tutte le sue parti, l'«atroce guerra mossa dai Giudei ai popoli Cristiani».
Capitolo V - L'esoterismo tedesco prima del Reich
Fig. 3. Un ritratto di Corneliu Codreanu (1899-1938). |
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Fig. 4. I «Fratelli della Croce» (corpo d'élite della Guardia di Ferro rumena) marciano in formazione. |